“La risposta è 4–4–2". Una risposta irriverente alla monotonia della narrazione sportiva.

Gianlucalos
6 min readJul 1, 2021

La risposta è 4–4–2. Il calcio e i suoi campioni come non li avete mai letti è il primo (e di conseguenza il migliore, parola loro) libro di Unfair Play, edito nell’aprile 2021 dalla casa editrice people. Ma chi, o meglio cos’è Unfair Play? Si tratta di un collettivo umoristico online attivo sin dal 2014 sui principali social network (Instagram, Facebook e Twitter), oltre che sul loro sito unfairplay.it, che si occupa principalmente di temi sportivi, soprattutto calcistici, con diverse incursioni anche negli altri sport. Dal settembre 2019 UP ha anche fondato un podcast, Contro lo sport più ostinato. Si tratta di una striscia settimanale di mezz’ora circa in cui si affrontano tra il serio e il faceto gli argomenti del momento, arrivata ad accumulare 55 episodi in due stagioni, ospitando personalità del calibro di Riccardo Trevisani, Paolo
Condò, Fabrizio Biasin, Emiliano Viviano, Willie Peyote, Dario Ronzulli e tanti altri che non ho voglia di elencare. Da aprile 2021, inoltre, Unfair Play ha iniziato a trasmettere anche su Twitch, con un doppio appuntamento settimanale che spesso si snoda in un watchalong della partita della settimana, o un talk sui principali temi calcistici del momento, e dal quiz omonimo del libro, La risposta è 4–4–2, un quiz elaborato da una mente tanto complessa quanto geniale.

Il libro si compone di 40 (39+1, a dire il vero) brevi biografie di alcuni dei più celebri calciatori della storia, suddivise in 13 blocchi narrativi, e ha l’obiettivo, centrato in pieno a detta dello scrivente, di intervenire in maniera particolarmente unfair - probabilmente a gamba tesa- su un linguaggio calcistico spesso stantio, vittima di tic comunicativi e cliché narrativi (“In Sudamerica tutte le strade sono rigorosamente polverose” si dice nell’introduzione al capitolo sul calcio sudamericano) che rendono piatto il racconto di storie che, se sviscerate con autenticità possono rivelare vicende umane particolari, o possono anche essere banali e noiose, regolari. Insomma, un libro dissacrante, ironico e autoironico sul calcio, che però sa anche prendersi sul serio, se necessario.
Per avere uno sguardo più approfondito sul libro ho deciso di parlarne con due dei nove autori, Antonino Ciancia e Daniele Minuti, che mi hanno concesso un po’ del loro tempo per parlare di La risposta è 4–4–2, ma non solo.

Per iniziare, una domanda di rito: quando avete avuto l’idea di scrivere questo libro?

Nel febbraio 2020 decidemmo di annunciare l’uscita di un eBook dedicato a Euro 2020, che sarebbe stato un misto fra una guida a tutte le squadre partecipanti e un approfondimento sulla storia del torneo ma il rinvio causa pandemia ha fatto saltare tutto.
Il tarlo però ci restò in testa e nello scegliere un’idea che fosse meno legata all’attualità, ci siamo fatti ispirare dal libro “La storia del calcio in 50 ritratti” di Paolo Condò, che fu il primo ospite del nostro podcast e che ha anche scritto la prefazione. L’evoluzione del formato del libro è stata naturale, con l’inserimento di trattati su argomenti inseriti per spezzare il ritmo delle biografie e non far capire a Condò che siamo più bravi di lui.

Il titolo è una chiara citazione del celebre libro Guida galattica per gli autostoppisti di Douglas Adams. Assieme all’autore umoristico britannico, quali sono le vostre principali fonti di ispirazione?

La passione nei confronti della satira e dell’umorismo è il vero motivo per cui il nostro gruppo si è formato, molto più rispetto a quella nei confronti dello sport. Siamo tutti amanti della comicità, ognuno di noi in forma diversa (dalla stand-up comedy alla prosa), e il nostro “background” comune nasce dagli anni passati a scrivere assieme su Spinoza.it.
Lì ci siamo abituati a confrontarci con l’attualità e a produrre materiale a getto continuo sotto forma di one-liner, per poi evolverci in pezzi più lunghi. Quegli anni però sono anche stati la nostra condanna visto che la spinta all’autoselezione ci porta a rimuginare anche troppo su ogni cosa che scriviamo: in breve, siamo un gruppo di cagacazzi.

All’interno del libro si fa ironia sulla cultura calcistica dei giorni nostri su tutti i livelli: a partire dal romanzamento forzato del calcio esotico, passando per il sarcasmo sul culto dei record, per cui spesso basta elencare una serie di numeri, magari elaborati su misura per far spiccare un calciatore, per elogiarlo più di quanto abbia effettivamente meritato. Al momento c’è una guerra di stili tra queste due tipologie di racconto, con tutte le loro varianti (analisi geopolitiche, culturali, scientifiche e così via). Ritenete che anche in questo frangente si stia creando un dibattito polarizzato?

Al giorno d’oggi è impossibile trovare un argomento che non si traduca in un dibattito polarizzato, il modo di raccontare il calcio non fa eccezione. Sicuramente ognuna delle due modalità che hai esposto ha pregi e difetti, ma quello che ci spinge di più è l’apparente impossibilità a parlare di sport in altri modi. L’impressione è che le diverse forme di linguaggio abbiano ormai rinunciato ad avvicinarsi e abbiano scelto di accelerare mentre si allontanano, raggiungendo massa critica al punto di essere vicine all’esplosione.
Non pretendiamo di cambiare il modo in cui si parli di calcio e sport, ma abituarsi a ridere un po’ di qualsiasi posizione si difenda a oltranza potrebbe essere un piccolo passo nella giusta direzione.

Ciò che ho apprezzato particolarmente all’interno del libro, e che apprezzo generalmente quando leggo Unfair Play, è che all’interno di testi ironici spesso individuo considerazioni di spessore che spesso non trovo nemmeno su siti specializzati. È questa la vera forza di Unfair Play rispetto agli altri siti di stesso genere, quella di avere un’identità variegata e non solo divertente, trasformandosi in vera satira?

La satira è analisi e se non conoscessimo gli argomenti di cui parliamo, non saremmo in grado di scrivere nulla. In fondo siamo un gruppo di autori e non ci darebbe nessuna soddisfazione far ridere le persone scrivendo solo “Ma quanto è scarso X” anche perché dopo un po’ diventa accanimento. Preferiamo quindi provare a trovare nuove chiavi di lettura su quel giocatore X per capire cosa lo rende divertente e come abbia fatto a passare dalla Fiorentina alla Juventus nel 2017 per la cifra di 40 milioni, pagabili in tre esercizi che potrà incrementarsi di una quota pari al 10% del prezzo di un futuro trasferimento del calciatore, fino ad un massimo di 5 milioni.

Siete arrivati da poco su Twitch, dimostrandovi molto attenti all’evoluzione dei social media, oltre che scaltri nel trovare sempre un modo per cazzeggiare. Con il quiz vi siete aperti anche ai vostri spettatori, dimostrando che le barriere tra fruitore e consumatore di intrattenimento sono sempre più invisibili. Ritenete che l’interattività possa essere il futuro della vostra iniziativa?

Come detto prima, noi siamo fondamentalmente un gruppo di autori quindi non abbiamo grande abitudine nel rapporto diretto col pubblico, difatti ci abbiamo messo molto per provare un podcast e anche di più per approdare su Twitch. Siamo molto soddisfatti di questi primi mesi di “community” attiva, anche perché si è creato un bell’ambiente specialmente su Telegram e Twitch, dove c’è voglia di parlare di sport senza litigare e si limita lo shitposting. Ci aiuta ad avere più il polso di chi ci legge ma non cambia minimamente il
nostro modo di produrre, dato che ogni cosa che pubblichiamo è pensata e fatta da noi.

All’interno del libro c’è la biografia di un calciatore argentino inventato, tale Paquito, che proponete ai lettori di esporre per capire se il loro interlocutore si atteggia o è un vero esperto di calcio sudamericano. Avete già ricevuto feedback positivi per l’inganno del Paquito?

Al momento, chi ha commentato la biografia di Paquito l’ha fatto solo apprezzando l’idea e il testo senza cascarci ma possiamo dirti che l’idea è stata di Daniele e che, dopo che l’ha sottoposta al resto della redazione, uno dei membri era convinto fosse la storia di un calciatore vero.
Per dire quanto siamo sul pezzo.

Su cosa vorreste scrivere il prossimo libro?

Ci piacerebbe risponderti ma visto come è andata per quello su Euro 2020, preferiamo essere riservati. Non si sa mai.

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